Saldo e Stralcio a Rate: Si Può Pagare a Rate o Serve il Pagamento Immediato
Molti pensano che, in una trattativa di saldo e stralcio, conti solo quanto si offre.
In realtà, per banche e servicer, i tempi di pagamento sono spesso determinanti quanto l’importo.
Una proposta più bassa ma pagabile subito può essere preferita a una più alta ma incerta nei tempi.
Capire questa logica aiuta a costruire proposte credibili e sostenibili, aumentando le possibilità di chiudere con successo.
Il valore del tempo per i creditori
Ogni mese che passa, un credito non riscosso perde valore contabile e pesa sulle previsioni di bilancio.
Per questo banche e servicer preferiscono incassare meno ma in fretta.
Un pagamento immediato riduce i costi di gestione, cancella l’esposizione a bilancio e migliora gli indicatori di recupero.
In pratica: la certezza vale più del guadagno.
La psicologia della trattativa
Chi presenta una proposta chiara e con scadenze definite trasmette serietà e affidabilità.
Una frase come “posso saldare entro 20 giorni dal via libera” ha più forza di “ci stiamo organizzando”.
Mostrare fondi già disponibili o tracciati, come un conto dedicato, una promessa di pagamento o un preliminare di vendita, rafforza la percezione di solidità e può spingere il creditore a chiudere più rapidamente.
Rate o saldo immediato
Nelle trattative con servicer o banche cedenti, il pagamento in un’unica soluzione è quasi sempre preferito.
Tuttavia, alcuni creditori accettano proposte rateali brevi, soprattutto se la seconda rata è garantita e tracciabile.
Un piano di pagamento credibile può prevedere una prima rata immediata al momento della firma dell’accordo e una seconda entro due mesi, se giustificata da una vendita immobiliare, un prestito familiare o fondi già vincolati.
In altri casi, è possibile concordare piani fino a cinque rate, purché la provenienza del denaro sia chiara e la durata complessiva resti contenuta.
La condizione fondamentale è sempre la certezza della copertura: la banca deve vedere che i soldi ci sono o che stanno per arrivare da una fonte concreta.
Ogni rinvio o incertezza riapre la pratica e rallenta la decisione.
In sintesi, il pagamento a rate è possibile, ma solo se il creditore percepisce la proposta come sicura, tracciabile e chiudibile entro breve termine, in genere non oltre sessanta giorni.
Perché le proposte con pagamento entro dicembre vengono accettate più facilmente
Negli ultimi mesi dell’anno, molte banche e società di recupero crediti devono chiudere i bilanci e migliorare i loro indici di recupero.
Questo significa che sono più motivate a chiudere accordi rapidi, anche a importi leggermente inferiori, purché il pagamento avvenga entro il 31 dicembre.
Ogni pratica chiusa entro l’anno contabile viene contabilizzata come recupero effettivo, migliorando il rating interno e la performance del gestore.
Per chi tratta un saldo e stralcio, questo è il momento più favorevole dell’anno:
le proposte con pagamento entro dicembre ricevono risposta più veloce, i margini di accettazione aumentano e la certezza di incasso immediato pesa più di un’offerta alta ma posticipata a gennaio.
Se hai già la disponibilità o un acquirente, dichiara chiaramente nel testo della proposta che il pagamento avverrà entro l’anno solare: spesso basta per spostare la decisione da “vedremo” a “procediamo”.
Come bilanciare cifra e tempo
Un buon compromesso può essere questo: se non puoi offrire molto, riduci i tempi; se hai bisogno di più tempo, aumenta leggermente l’offerta.
La banca percepirà la proposta come equilibrata e sostenibile.
Offrire il 40% subito può valere quanto il 50% a novanta giorni.
Sospensione della procedura esecutiva – art. 624-bis c.p.c.
Quando una procedura esecutiva è già in corso, ad esempio un pignoramento immobiliare, è possibile chiedere la sospensione concordata del processo se esiste un accordo tra debitore e creditori per un pagamento rateale.
L’articolo 624-bis del codice di procedura civile stabilisce che:
“Il giudice dell’esecuzione può, su istanza di tutte le parti, e sentito il debitore, disporre la sospensione del processo esecutivo per un periodo non superiore a ventiquattro mesi.”
In pratica, il giudice può fermare temporaneamente l’esecuzione per consentire alle parti di completare l’accordo, ma non concede la sospensione in assenza di un’intesa concreta.
Perché l’istanza sia accolta, di solito è necessario che esista già un accordo formale con i creditori, che sia stato versato almeno il 40% dell’importo concordato a garanzia della serietà dell’impegno e che le restanti somme vengano saldate entro il termine massimo di ventiquattro mesi.
La sospensione ex art. 624-bis non cancella il pignoramento, ma blocca temporaneamente l’azione esecutiva per consentire la chiusura definitiva della posizione con un saldo e stralcio rateale o con la vendita concordata del bene pignorato.
È uno strumento utile, ma non automatico: serve un accordo reale e la volontà concreta di chiudere.
Documentazione da allegare
Per dimostrare affidabilità, è sempre utile allegare:
-
un estratto conto con disponibilità liquide,
-
l’eventuale promessa di mutuo o prestito familiare,
-
le tempistiche precise di bonifico o di rogito.
La trasparenza anticipa le richieste e velocizza la risposta.
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Conclusione
Nel saldo e stralcio non basta offrire una cifra: bisogna costruire una proposta credibile anche nel tempo.
Chi mostra di poter pagare subito o in tempi certi ha quasi sempre la precedenza.
E spesso è proprio la tempistica, più dell’importo a fare la differenza tra un accordo chiuso e un’occasione persa.
Tra novembre e dicembre, questa regola vale ancora di più: è il periodo in cui le decisioni si prendono davvero.
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